domenica 6 marzo 2016

American Sniper


Texas, anni '80. Chris Kyle cresce da buon cristiano sulle orme paterne, con il crocifisso in una mano e un fucile nell'altra. Il Buon Pastore ha bisogno di cani pastore per proteggere il suo gregge dai lupi e così dopo una parentesi spensierata in groppa a bufali impazziti il nostro diventa una foca, arruolandosi nel più cazzuto corpo della marina militare. La sua mira ne faranno un cecchino infallibile, l'angelo custode che protegge i buoni dagli agguati dei cattivi. I cattivi che sono adesso tutti in Iraq (dove sono andati i Sovietici?). Quando il conflitto finirà dovrà fare i conti col non averpiù nessuno da ammazzare. E il fuoco amico gli sarà fatale.
Parabola dell'Eroe Americano perfetto, documentato con profusione di mezzi – un grazie all'esercito americano - e regia impeccabile. La molla che spinge il protagonista a partire “c'è bisogno di me, li ammazzo e torno”, si infrange ben presto contro un muro fatto di esplosioni, vite spezzate e bambini a pancia in giù sulla strada. L'assurdità della guerra tende i legami famigliari fino a spezzarli, mutila i corpi, aliena le menti e devasta le anime. Profughi e orfani sono documenti viventi di questa assurdità, ma non sappiamo capirlo.

Mediorientali Cattivi: *
American Hero: **
Assurdità delle guerre: ***

Indicato per: chi pensa che le guerre rendano la Terra un posto migliore (nonostante gli ultimi 2.000 anni di storia dimostrino il contrario).

Consigliato da ionehovistocose: sì.